Durata: 3:09
Data/ora pubblicazione: 23 dic 2015
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TAPESTRY

CONFINI INPROBABILI  M 2,00X1,50

CONFINI D'ACQUA   M 2,55 X 1,55

CARPETS


http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2014/09/18/news/tappeti-tra-le-calli-e-sui-ponti-perche-venezia-va-rispettata-1.9954741



Storiesof | In the studio of a "spacial" artist in Venice

www.storiesof.net/luana-segato/ - 

CHIESA DI SAN TROVASO VENICE


THE SQUERO'S DOOR SAN TROVASO VENICE















THE AVOGARIA'S  BRIDGE VENICE

SAN SEBASTIANO'S BRIDGE VENICE














ZATTERE'S BRIDGE VENICE













BRIDGE DEI PUGNI VENICE












http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2014/03/30/news/luse-tutte-le-opere-della-spazialista-1.8949604










ELEGANZA FIGURATIVA E VOCA....


                                       LUSE

               ELEGANZA FIGURATIVA E VOCAZIONE INFORMALE               

 

 

Luana Segato in arte Luse, è interprete di una raffinatissima maniera pittorica,

una delicata   poetica delle emozioni intrinseca allo sfumare rarefatto dei suoi

acquerelli. La leggerezza, il respiro, il silenzio delle vedute veneziane  prende

origine  dal  perfetto equilibrio compositivo, generato dall’alternarsi di eteree

campiture di colori e di spazi  bianchi, affascinanti  tocchi di incompiuto,  che

si  traducono   in  pause meditative  offerte  al  dilatarsi  dell’  immaginazione

all’  interno   dell’ opera.       Un   repertorio   figurativo   talvolta  informale,

fondamentalmente  veneziano  in  cui le chiese,  le case,  i muri  dei  palazzi,

eseguiti con l’impiego do colori ad olio  e  tecniche miste,  si  fondono con

l’atmosfera  lagunare  mediante  il gradevole cromatismo  impreziosito da

lumeggiature   dorate,   mostrando    una  visione  d’insieme   in  cui  ogni

rappresentazione  sembra derivare  dall’attento studio delle parti, ricostruite

e ricucite come un grande mosaico.

Artista poliedrica, Luse non si limita solo alla superficie dipinta ma indaga lo

spazio,   subisce  il fascino  dello  spazialismo  di  Fontana  elaborando  una

visione  un concetto   nuovo basato sulla scomposizione  e  ricomposizione

della  superficie  attraverso  la cucitura  di  un tracciato a reticolo,  quasi un

itinerario  sospeso  nel vuoto  che lascia  scrutare in  profondità l’estendersi

infinito dello spazio.

Pur  nell’evidente  diversità  caratterizzante  tutto il  suo operato  artistico in

Luse traspare sempre quel tocco fortemente personale che la contraddistingue.

 

 

                                                            Dott.ssa  VALENTINA GIACON

 

 

VENEZIA E' UNA DONNA








VENEZIA E' UNA DONNA
Tecnica mista su tele 90x92



VENEZIA E' UNA DONNA ( Red )



VENEZIA E' UNA CORTIGIANA



VENEZIA E' UNA DONNA




VENEZIA IN JEANS



MASARU




MASARU 2

                                                                 ATTESE   CUCITE

 


 
 




ASS.CULT.ART GALLERY MUSEUM NABILAFLUXUS




NOTA CRITICA ALL’OPERA DI LUSE (Luana Segato )




“ Attese Cucite”

Da un taglio irrompe l’infinito, ed è così che l’opera si mette in relazione con il tutto. E’ un taglio

che unisce, un divergere che associa nel fermo dinamismo, nella mobilissima immobilità del gesto

repentino meditato in un lampo davanti alla tela bianca, brulicante di possibilità. Ciò che si apre

nell’opera dell’artista Luse è propriamente ciò che è nascosto perché non veduto e l’apertura o

taglio aperto mette in comunicazione il visibile da ciò che non è, da ciò che è nascondimento. Il

taglio allora è svelamento del possibile sulle infinite possibilità del possibile. Tutto può divenire ed

essere colto nella possibilità. Il reale si connette con -l’infinito- che diviene allo stesso tempo il –

Vuoto-, perché l’infinito è anche indefinito e quindi vuoto di quel reale che lo guarda. Ma non si

può percorrere l’infinito e quindi il vuoto senza perdersi, allora la cucitura, il filo che ricongiunge il

reale al vuoto-infinito è quella dimensione emozionale di riprendere l’Anima dal suo volo

sull’indefinito, è il riappropriarsi della ragione oggettiva alla sua realtà. Nell’opera di Luse “ Attese

cucite” si percorre quello stato d’animo di cogliere l’infinità dalla stessa finitezza dello sguardo

ricercante, come fuga all’ultima dimensione sentita e desiderata di vedere. Ma questo correre e

percorrere emozionale ha in sé l’angoscia dello smarrimento. E’ la Ragione che squarciando la tela

del reale scopre e sente l’abisso dell’infinito e del vuoto e subitamente riannoda con il filo della sua

realtà quello squarcio aperto. Ma ormai la ferita all'incontaminata fedeltà a se stessa l’ha colpita e

da quel taglio ormai irrompe l’infinito o il vuoto, e spodestata dalla sua fedeltà a definire e

determinare tutto ciò che la coinvolge, si ritrae ricucendo, e sente leopardianamente che “”…per

poco Il cor non si spaura.”” Perché il taglio permette all’immaginazione di proiettarsi nell’infinito

che proprio perché è in-finito, ossia non finito è vuoto di ciò che è dimensione reale. L’infinito è

identità con il Vuoto ed entrambi sono da percorrere ed entrambi pieni di possibilità, del “possibile

come infinita possibilità”. Il vuoto è nascondimento di qualcosa, perché il vuoto è assenza di

qualcosa, chi guarda nel Vuoto vuol cercare ciò che egli desidera vedere o cercare. Ma essendo fuga

nell’indefinito deve ritornare alla sua dimensione naturale. Il conflitto fra Ragione e Sentimento è

proprio questo dualismo di apertura all’infinito o vuoto e ritorno alla dimensione primaria dello

stato finito. Nell’opera di Luse, il taglio si svela esso stesso come dimensione accentratrice,

determinazione di qualcosa, di quell’assenza appunto che non nega, ma introduce, ma allo stesso

tempo ha necessità di determinarsi e rimanere “legata” al proprio stato. Le “Attese cucite” sono la

reattività della Ragione di contenersi, di contenere quell’ansia romantica di apertura e

precorrimento di un infinito e vuoto da colmare. L’attesa cucita è immaginare temendo di perdersi,

ma l’atto immaginativo è già di per sé un uscire dal reale. Si apre il reale proprio in ogni taglio

aperto con l’immaginare, e ci si ricongiunge al reale stesso con ogni filo che ricongiunge reale ed

emozionale.

Dott. Valtero Curzi